venerdì 6 marzo 2009

SOFFRIRE PER CRESCERE

"SOFFRIRE PER CRESCERE"
DEDICATO ALLE NOSTRE TIGROTTE ... & more.

Porsi degli obiettivi da raggiungere è cosa che, prima o poi, capita a tutti nella vita. Anzi meglio se capita presto, altrimenti si rischia di ridurre la propria esistenza ad un mortorio.
Nello sport, quello praticato oppure vissuto con il cuore, oltre che con i muscoli, si può addirittura affermare che se non si hanno obiettivi da raggiungere, si finisce presto per appendere le scarpe al chiodo oppure passare ad un qualsiasi passatempo defatigante. Sarebbe comodo poter raggiungere obiettivi importanti senza sacrifici, senza avere la pazienza di migliorarsi continuamente, senza fare in modo che chi è con te faccia altrettanto, senza la pazienza necessaria per attendere, cedendo all'inpulso egoistico di tracciarsi davanti un percorso solitario, solo perché si pensa di essere nel giusto o di essere migliore.
Piaccia o non piaccia, il Basket è sport di SQUADRA, DENTRO E FUORI DAL CAMPO. Fare Basket, soprattutto femminile, è sempre più difficile. E' bello ma difficile e, a ben vedere, non è fatto per chi ama le cose semplici, la comodità e l'individualismo. Se non fosse difficile per queste cose, sarebbe assai meno bello ed appagante viverlo, come atleta, coach, dirigente o altro. Se capita, e a volte capita, che, oltre ai sacrifici, si debba anche "soffrire", in uno dei tanti modi in cui si può soffrire da giocatore, da coach, da dirigente, da genitore o da tifoso, l'importante è che si scelga di "SOFFRIRE PER CRESCERE", TUTTI INSIEME, NESSUNO ESCLUSO, perché la crescita ed il miglioramento continuo non è una prerogativa dei giovani, quindi non riguarda solo le nostre amatissime Tigrotte, bensì riguarda tutti.
In questo modo, unicamente in questo modo, il passato, il presente ed il futuro che passa per le mani di chi vuole essere protagonista positivo insieme ad altri, in una veste o in un'altra, nello sport che ama, possono avere un senso, condividendo sofferenza e gioia, errori e cose ben fatte, sconfitte e vittorie, lacrime e sorrisi, urla di rabbia e, perché no, stupendi "ruggiti di gioia".
Non vedo strade diverse da questa.
Peppe "Sandokan" Toletti